Milano, 7 Novembre – Quando la toppa è peggio del buco. Questa è la situazione in cui la Giunta Pisapia si è infilata sull’Imu. Un vero pasticcio che da Settembre abbiamo denunciato su questo giornale. Il Bilancio 2013 del Comune di Milano è fondato su una entrata assolutamente incerta: 240 milioni provenienti dall’Imu sulla prima casa, calcolata con l’aliquota massima consentita dalla legge e cioè lo 0,6%.
Un vero e proprio gioco delle 3 carte che però sta per essere svelato nella sua debolezza. Infatti, se il Governo Letta manterrà l’impegno di esentare dal pagamento dell’Imu le prime case, allora rimborserà al Comune di Milano una somma pari al gettito del 2012 (quando l’aliquota era 0,4 %) cioè 141 milioni. E così il Comune dovrà andare a cercare altri 100 milioni con nuovi aumenti di tariffe e di tasse.
Se invece, come fanno temere le parole di Saccomanni, l’IMU prima casa verrà mantenuta per la seconda rata, allora i proprietari milanesi pagheranno comunque più dell’anno scorso a causa del folle aumento del 50% previsto da Pisapia. Una eventuale seconda rata va calcolata così: infatti bisogna prendere l’intero ammontare dell’Imu 2013 sul proprio immobile e detrarre il 50% dell’Imu versata nel 2012.
Una vera mazzata se si considera che Milano ha subito 2 rivalutazioni catastali, una nel 2009, limitata ai quartieri di maggior pregio e una complessiva con Monti nel 2011. Quindi per aver provato a fare i furbi sul rimborso dell’Imu da parte dello Stato, gli amministratori meneghini ci hanno messo nella condizione di essere quelli che pagheranno più tasse fra le città italiane.
Questo accade perché, nonostante il buco di bilancio fosse noto a Marzo, non si è proceduto a fare nessuna revisione dei servizi erogati, nessun taglio alle spese superflue, nessun tentativo di recupero dell’evasione del trasporto pubblico, della morosità degli affitti, della refezione scolastica.
E’ stato un atteggiamento irresponsabile della sinistra che ha sempre cercato di nascondere le dimensioni del buco di bilancio nella speranza che da Roma qualcuno coprisse i buchi. Ora purtroppo i nodi stanno venendo al pettine e chi governa questa città non potrà più scaricare le responsabilità su altri.