Dalla testimonianza delle vittime una spinta alla nuova legge sulla legittima difesa
Domenica ho partecipato a un bellissimo evento con l’Unione Nazionale Vittime a Casaletto Lodigiano presso l’Osteria dei Amis.
É il locale di Mario Cattaneo, un ristoratore che, dopo essere stato aggredito da alcuni ladri sorpresi nella notte nell’osteria, riuscì a impugnare un’arma e a sparare contro i criminali. Uno di questi, un rumeno, fu poi abbandonato nella fuga dai complici e morì la notte del 10 marzo 2017.
L’incontro era dedicato alla fine di un incubo per Mario Cattaneo e molte altre vittime di aggressioni e tentativo di rapina all’interno di proprie abitazioni o negozi: quello di dover subire lunghi processi e onerose richieste di danni in sede civile, a causa di una legislazione sulla legittima difesa che rimanda totalmente alla discrezionalità dei giudici. E che mette sullo stesso piano vittime e colpevoli dei reati.
“Siamo qui oggi per sostenere il ddl sulla legittima difesa che è già passato al Senato e ci auguriamo che passi presto anche alla Camera – ha detto la presidente dell’associazione Paola Radaelli.
Tra i presenti anche Giovanni Petrali, il tabaccaio che reagì a una rapina in Piazzale Baracca uccidendo un rapinatore e ferendone un secondo. Rosita Solano i cui genitori furono uccisi da un extracomunitario fuggito dal Cara di Mineo. E con loro anche molti altri commercianti vittime di rapina negli ultimi anni. Alcuni di loro hanno avuto la possibilità di reagire. Di altri purtroppo rimane solo il ricordo trasmesso dai loro congiunti.
Grazie all’azione incessante di Paola Radaelli e Federica Raccagni, Presidente e Vice di Unavi, è stato possibile coinvolgere l’opinione pubblica italiana. Grazie alla pressione dell’opinione pubblica si é inserito nell’agenda politica il tema legittima difesa e nel calendario parlamentare un disegno di legge che alla fine ha registrato il voto di quasi tutti i gruppi.
Mi ha colpito la ritrovata serenità e la capacità di ributtarsi nel lavoro di un uomo che ha superato un’esperienza traumatica e ha provato la sensazione di essere abbandonato dallo Stato.
Nel suo ambiente, quello di un piccolo Borgo di campagna, nessuno considera Mario Cattaneo un pericoloso o esaltato protagonista della giustizia fai da te. Lui avrebbe volentieri fatto a meno di tanta pubblicità Peccato che qualche giornale ancora cerchi di dipingere questa vicenda come un far west di casa nostra.
Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio Comunale di Milano.
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Source: Fabrizio c’è