Diminuiscono le emissioni da auto, quelle da caldaie aumentano ma Granelli combatte solo i diesel
Pubblichiamo un intervento di Fabrizio De Pasquale (capogruppo di Forza Italia) sul mensile Quattroruote.
Mentre si susseguono i soliti, demenziali blocchi del traffico con successive disdette, la ricerca sull’inquinamento firmata dall’Ispra dice, in estrema sintesi, una cosa: nel decennio 2005/2015 sono diminuite le emissioni di polveri e particolati di produzione industriale, si sono quasi dimezzati quelli prodotti dalla mobilità (auto e camion più mezzi pubblici), mentre sono aumentate, e di tanto, quelle generate dal riscaldamento (stufe e impianti calore ecc). La lettura di questi dati è semplice: come in Italia, a Milano c’è sempre meno industria ed è sempre più pulita. Il costante rinnovo del parco automobilistico e dei mezzi pubblici, una linea di metropolitana in più (MM5) e tanti km di metrò e passante ferroviario hanno ridotto le emissioni nocive mentre cresce, perché nessuno se ne occupa, l’impatto degli impianti di riscaldamento. Se negli ultimi dieci anni tutti gli investimenti sostenuti per realizzare l’Area C, l’Area B, le ztl, i divieti di transito, i pretestuosi restringimenti di carreggiata, i blocchi temporanei del traffico, per esempio, fosse stato costituito un fondo per aiutare i condomini a rinnovare il parco caldaie, parliamo di più di 100 milioni di euro, la qualità dell’aria sarebbe, con ogni probabilità, molto e concretamente migliorata. Oggi c’è qualche milione di euro l’anno di finanziamenti agevolati con procedure, però, complicate che in ultima analisi disincentivano i condomini dal rinnovare gli impianti, anche i più vetusti. Nessuna vera spinta viene dal regolamento edilizio e le tasse locali non favoriscono il rinnovamento. Il Comune, peraltro, è proprietario di A2A, principale operatore del teleriscaldamento e dell’energia pulita, ma non riesce a sviluppare la diffusione di queste modalità a zero emissioni, forse perché nella filiera ci sono anche i termovalorizzatori (recuperano energia dall’incenerimento dei rifiuti, ndr.), anch’essi sgraditi dal governo milanese. Anche se dello studio non ne parla quasi nessuno, mentre le polveri tornano a salire, a pagare dazio è sempre e solo la mobilità personale, anche quella che non ha alternative nel servizio pubblico. Ma il documento dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale prova che esiste un modo per migliorare l’aria senza fermare l’economia e il lavoro, senza creare disagi ma, anzi, generando nuovo lavoro e investimenti nel vasto settore dell’impiantistica.
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Source: Fabrizio c’è