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La fissazione di cambiare i nomi per non cambiare niente

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L’Assessore ai servizi civici Gaia Romani ha dato un segno importante alla sua azione. Ha cambiato la targa del suo ufficio: ha sostituito la scritta Assessore con la scritta Assessora!

Caspita che innovazione! Gaia Romani ha spiegato che il cambiamento parte dalle piccole cose e teneva molto al cambiamento di nome. Complimenti vivissimi le sono giunti dalla Boldrini e altre teoriche della rivoluzione lessicale.

Pari opportunità sarà questo?  Forse ci sarebbero priorità più concrete per aiutare le donne ad affermare le proprie opportunità. Ad esempio garantire a tutte le famiglie asili nido e materne. Oppure garantire a tutte le milanesi di poter girare tranquille sui mezzi pubblici a tutte le ore. Oppure liberare tante ragazzine milanesi dai condizionamenti che padri e fratelli musulmani impongono loro.

Né mancano i problemi al settore cui l’Assessora è stata delegata da Sala, i Servizi Civici, cioè Anagrafe e Cimiteri. A Milano occorrono mesi per rifare la carta d’identità e anni per banali trascrizioni di atti di separazione.

Ma tant’è. L’immagine di Chiara, orgogliosa del gesto politico compiuto, rappresenta bene la condizione in  cui versa Milano. Un Sindaco, inebriato dal plebiscito ricevuto da quei pochi che han votato, che si occupa delle partite urbanistiche e della ciccia economica. Poi c’è la sinistra che ha sgobbato disciplinatamente per raccogliere i voti, a cui Sala lascia il compito di giocare nel recinto del politically correct e delle grandi battaglie di principio. Non pervenuti i problemi da risolvere.

L’articolo La fissazione di cambiare i nomi per non cambiare niente proviene da Milano Post.

Source: Fabrizio c’è

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