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Sala riporta i ponti levatoi a Milano. Le telecamere di Area B non aiuteranno l’aria ma le casse comunali

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Il Comune di Milano ha annunciato che è finalmente pronto l’anello di 188 telecamere attorno a Milano che controlla l’applicazione dei divieti di AREA B. Pessima notizia per gli automobilisti, che devono prepararsi a una gragnuola di multe, brutta notizia per i contribuenti che vedono 15 milioni di euro spesi per realizzare l’ennesima misura inutile ai fini del miglioramento dell’aria. Prima di tutto una prova di inefficienza e dei tempi lumaca del Comune di Milano.

L’istituzione della Low Emission Zone denominata AREA B  fu annunciata nel 2017, e gli appalti partirono nel 2018: ci sono voluti 4 anni per installare 180 telecamere, non esattamente una grande opera. Se da una parte la macchinosa lentezza del Comune è stata una manna, perché ha evitato agli automobilisti milanesi di finire fino ad oggi sotto le grinfie delle telecamere, si evidenzia che l’amministrazione Sala ha dei tempi lumaca nella realizzazione di qualsiasi intervento. Una azienda privata ci avrebbe messo 3 mesi a installare le telecamere, il baraccone gestito da Granelli ha impiegato 4 anni a collocare i varchi elettronici pur avendo speso 15 milioni di euro di investimento più quelli che serviranno a gestire l’occhiuta vigilanza. Tempi in linea con i ritardi del Comune gestito dal manager Sala: 9 anni di ritardo per la M4, 10 per il restauro del Teatro Lirico, 8 per il Palalido e via così…

La cosa più grave rimane però la inutilità a fini ambientali della zona a traffico limitato e i disagi e le ingiustizie che produrrà sui cittadini.  Già si è visto durante il lock down totale del 2020 che il blocco totale di tutte le auto in tutta la pianura padana non ha prodotto la riduzione drastica delle polveri che ci si aspettava (e cioè un meno 40%), figuriamoci quale effetto limitato può produrre un divieto applicato solo ad alcune fasce di auto e solo nel territorio comunale di Milano, mentre l’area metropolitana è una conurbazione molto più estesa di 4 milioni di abitanti. Lo smog come è noto non si ferma ai confini comunali!

Che i risultati siano assolutamente ridicoli rispetto ai disagi provocati lo dimostrano in dati dei primi 4 mesi 2022, quando cioè i divieti di Area B erano già in vigore  ma con un po’ meno varchi accesi: Milano ha già sforato i 60 giorni di superamento  dei limiti di inquinamento (35 consentiti per la UE), l’inquinamento è sempre legato a variabili metereologiche mentre tutte le mirabolanti misure prese da Sala e Pisapia, tutte essenzialmente ridotte a limitare l’uso dell’auto, nessuna concretamente rivolta ad abbattere le emissioni, hanno fallito. Anche i dati registrati dalle telecamere e diffusi da Amat certificano che nonostante tutti i disagi e le gabelle imposte alle automobili in città entrano ancora oggi 400.000 auto al giorno. Di queste meno di un quarto sarebbero soggette a limitazioni (cioè auto a benzina e diesel vecchie che in futuro potrebbero esaurire i  loro bonus di entrate consentite). Solo l’1 per cento è ibrido ed elettrico, a testimonianza di quanto utopistici siano i piani di transizione ecologica partoriti dai verdi che governano Milano.

In compenso queste misure totalmente inutili per l’ambiente costituiscono una grave discriminazione per chi non ha i soldi o la volontà di cambiare l’auto e una nuova imposizione per le imprese già colpite dagli aumenti del carburante. E da Ottobre di quest’anno penalizzeranno i diesel Euro 4 e 5, cioè auto non particolarmente inquinanti perché immatricolate  dopo il 2010.

Ecco allora che dai dati Amat emerge la più autentica ragione di Area B. Superate le deroghe per il Covid del 2020 e 2021, gli incassi per le infrazioni registrate da area B stanno salendo in maniera esponenziale: dai 2 milioni del 2021 si è passati a 780.000 euro nei primi 2 mesi e mezzo del 2022.  Così Sala approfittando del progressivo esaurimento dei bonus di passaggi sotto le telecamere spera di raccogliere 5/6 milioni di multe nel 2022 e ancor più dopo.  Almeno si spera che il Comune, cosi solerte a promuovere i faccioni dei suoi assessori, sia altrettanto attento a informare gli incauti automobilisti che cartelli e telecamere all’ingresso della città, che in questi anni sembravano un orpello inutile dell’arredo urbano, sono si inutili ma purtroppo operativi e pronti a trasformare in verbali da 163 euro in su, ogni passaggio. E  in caso di 2 sanzioni in 2 anni scattano anche i punti in meno in patente.

Forse in questi anni  i cittadini non hanno dedicato troppa attenzione al valore della libertà di movimento .

Fabrizio De Pasquale

Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media.  E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno.  E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.

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Source: Fabrizio c’è

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