La manutenzione di strade e tombini è più efficace dei sogni green
Dopo le pioggia, inesorabili, le buche. Esaurita l’emergenza allagamenti sulle strade e i marciapiedi si notano i peggioramenti del manto stradale.
Questo fenomeno nasce da 2 problemi irrisolti di Milano e non certo dal cambiamento climatico.
Il primo è lo stato indegno dei tombini e della rete di raccolta acque, non solo nella vicinanze del Seveso ma in tutta la città. Persino Granelli ha ammesso che non si è fatto abbastanza per tenere puliti i tombini e ammodernare la rete fognaria.
Il secondo è la pessima e carente manutenzione stradale che, da Pisapia in poi, vede stanziare cifre e impegnare tecnici in maniera inversamente proporzionale agli investimenti in ciclabili e piazze tattiche.
Buche e voragini sono un vero pericolo per la sicurezza stradale, così come per la incolumità dei pedoni. Un ciclista o un motociclista che non vedono un cratere come quelli che sono in foto possono morire o rimanere in carrozzina.
Però il Comune di Milano, così attento alla sicurezza stradale quando c’è da piazzare una quarantina di autovelox, non è altrettanto pronto e attrezzato per assicurare strade mantenute e sicure.
Sorge spontanea una domanda: come è possibile che nella città più ricca d’Italia, che versa 1,4 miliardi di tasse al Comune, ci sia una manutenzione così scarsa? E come è possibile che un Comune che incassa dalle multe 270 milioni (record italiano indiscusso) che per legge dovrebbero essere destinati al 50% alla sicurezza stradale, quando va bene ne spende (oltretutto male ) 20 l’anno per il rifacimento di strade e pavimentazioni?
Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte a degli incapaci che non sanno organizzare manutenzioni. Le buone manutenzioni non sono di destra o di sinistra, ma solo obblighi precisi dovuti al cittadino contribuente.
Se guardiamo però gli investimenti del Bilancio comunale intravediamo una chiara scelta politica: negli ultimi 12 anni meno risorse per manutenzione stradale e fognaria, moltiplicate invece le risorse per ciclabili, piazze tattiche, ZTL, zone 30, restringimenti e altre inutili quanto futili iniziative.
A dimostrazione di questa impostazione poco pragmatica ed efficiente e quindi poco meneghina, ecco l’ultima trovata di Sala e della sua Giunta Verde: mentre è acclarato che non riescono a sturare i tombini riparlano di apertura dei Navigli!
Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.
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Source: Fabrizio c’è