Naviglio Pavese: i cantieri della ciclabile contestata sono fermi ma gli incidenti continuano
Nuovo incidente in Alzaia Naviglio Pavese a causa dei cantieri infiniti della ciclabile. Un auto si è ribaltata e i due passeggeri sono usciti miracolosamente illesi dopo aver toccato i cordoli alti ma poco visibili che separano la carreggiata dalla ciclabile. La ciclabile che corre lungo il Naviglio Pavese (sulla corsia destra venendo dal centro) non è ancora pronta dopo 2 anni di cantiere, ma continua a provocare incidenti perché realizzata con modalità assolutamente pericolose e contrarie al Codice della Strada.
Stiamo parlando del tratto di collegamento tra Milano e la Vento, la ciclovia tra Venezia a Torino. In attesa di capire quanti milanesi ogni mattina si recano in bicicletta a Torino o Venezia, il tratto milanese lungo il Naviglio è già costato 2 milioni e mezzo, ma soprattutto prosegue con la solita improvvisazione e lentezza dei lavori pubblici gestiti dall’amministrazione Sala.
Pensate che arrivati a metà dell’opera, ci si è resi conto che la superficie dove si stava realizzando la ciclabile era a rischio crollo e le balaustre erano cedevoli. Dunque i cantieri sono stati fermati per consentire il consolidamento delle paratie e delle balaustre ai lati del Naviglio. Era un problema visibile, segnalato anche dai residenti e da comitati contrari al progetto, ma nessuno in Comune ci aveva pensato! E cosi i cantieri stradali sono fermi, mentre continuano gli incidenti determinati da strettoie e incroci non segnalati e cordoli che appaiono all’improvviso ai conducenti di auto e moto.
Eppure quando si trattò di decidere la realizzazione dell’opera l’allora Assessore alla Mobilità Granelli non volle ascoltare tutte le obiezioni e le controproposte del quartiere. Da secoli la gente va in bici lungo il Naviglio senza che vi fosse bisogno di una costosa pista ciclabile che restringe la circolazione stradale e priva di aree di parcheggio tutti i residenti del quartiere Torretta.
Speriamo che il nuovo Assessore alla mobilità Arianna Censi voglia dare una occhiata all’itinerario e renderlo più sicuro per tutti e più logico. Qualcuno poi dovrà pagare per gli errori macroscopici di progettazione dell’ennesima ciclabile
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Source: Fabrizio c’è