Più 120 % in 11 anni. Il secondo aumento ATM in 3 anni è evitabile. Sala intervenga sulle voragini nei conti ATM
L’aumento del biglietto atm a 2,20 Euro viene giustificato con l’aumento del costo dell’energia. L’aumento c’è stato ma bisogna anche guardare al Bilancio del Comune e ai conti di ATM per capire perché Sala e il PD hanno deciso il terzo aumento in 11 anni: passare da 1 euro a 2,20 corrisponde a un aumento del 120% che non è esattamente il tasso dell’inflazione degli ultimo decennio. Come già scritto, avendo aumentato le tasse comunali ai massimi di legge, la sinistra non può che rifugiarsi nell’aumento delle tariffe, essendo la Giunta Sala incapace di ridurre la spesa risparmiando su progetti inutili e consulenze fumose della macchina comunale.
L’aumento del prezzo del trasporto pubblico contraddice però tutta la retorica green sulla necessità di privilegiare i mezzi pubblici negli spostamenti. Sono a zero le grandi chiacchere sull’esempio di città europee che hanno azzerato i biglietti per abbassare l’inquinamento. Poi bisogna guardare anche dentro i conti ATM. L’azienda milanese, rispetto ad altre aziende di trasporto pubblico locali, scarica sul bilancio comunale e sul Fondo Nazionale Trasporti, solo il 50% del costo del servizio. In pratica nel resto d’Italia con biglietto e abbonamenti si coprono un terzo delle spese, a Milano invece il 50% mentre il resto è coperto dai trasferimenti di Stato e Regione e da una piccola quota da parte del Comune stesso. Ergo c’erano margini per non scaricare sugli utenti il maggior costo del servizio.
Soprattutto però occorre guardare ad alcune voragini nelle entrate e nelle spese che si sono aperte nel bilancio ATM per responsabilità politica. Da qualche anno, per volontà politica PD, è stato istituito un abbonamento familiare da 50 Euro annui per chi ha un ISEE sotto i 6000 euro annui. Un abbonamento super scontato fruito da decine di migliaia di famiglie, quasi sempre straniere (più del 95% degli utilizzatori). Senonché né Comune né ATM controllano che l’ISEE autocertificato corrisponda al vero reddito e questo genera una enorme evasione. Famiglie che dovrebbero fare magari 2 abbonamenti lavoratori e 2 studenti se la cavano con 50 Euro cumulativi annui. Conclusione mancano almeno 10 milioni dagli abbonamenti urbani e altri 10 dagli abbonamenti extra urbani.
Poi c’è stata l’apertura M4 che funziona in un tratto così breve e così isolato che movimenta pochissimo traffico e tantissime spese di funzionamento. Inoltre l’assurda politica degli spazi commerciali nei mezzanini, che si voleva far diventare dei lussuosi centri commerciali, ha fatto scappare tante piccole attività dimezzando gli introiti degli affitti. Non parliamo poi della lotta all’evasione dei biglietti in metrò, per la quale ATM non ha voluto alcun serio provvedimento strutturale/fisico e si limita a schierare gli inermi addetti di stazione. E giusto di questi giorni il filmato di Striscia la Notizia sugli sbianchettatori dei biglietti usati.
Infine il calo degli utenti è certamente legato alle nuove modalità di lavoro post Covid ma è dovuto anche alla scarsissima sicurezza percepita negli orari serali sulle tratte di superfice: tutti gli appelli dei lavoratori per una maggior sicurezza e un maggior presidio di certe tratte è caduto nel vuoto e Comune e ATM continuano a negare il problema. Normale che dopo una certa ora nessun cittadino voglia più utilizzare certe linee a forte rischio.
Dunque se Beppe Sala vuole, può evitare il secondo aumento in 3 anni, seguendo l’esempio di altri sindaci. Se crede nel trasporto pubblico come amico dell’ambiente, eviti di aumentare il biglietto, migliori il servizio e la sicurezza e combatta il salto dei tornelli e la truffa sugli abbonamenti familiari.
Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.
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Source: Fabrizio c’è