Le ciclabili restringono le carreggiate e aumentano la congestione del traffico. Un effetto voluto
Con la fine delle ferie estive e la ripresa dell’anno scolastico si moltiplicano le segnalazioni di problemi al traffico legati alle ciclabili.
In Corso Buenos Aires, una settimana fa un pullman granturismo si è fermato per un guasto provocando un blocco alla circolazione nella corsia direzione Loreto. Per 30 minuti, il tempo che un mezzo di soccorso riparasse il guasto, è stato il caos totale: con la corsia unica in caso di veicoli fermi il traffico non può defluire e le code presto paralizzano tutti gli incroci.
Anche in Alzaia Naviglio Pavese, dove si sta completando la “utilissima” ciclabile di collegamento alla Vento (Ciclabile Venezia-Torino ), il restringimento ad una sola corsia, la carreggiata e i cordoli innalzati determinano tutti i giorni stop ad ambulanze, mezzi Amsa e ATM. E’ sufficiente un’auto parcheggiata male e i mezzi più ingombranti come i compattatori Amsa o i bus della 59 di ATM rimangano bloccati, provocando disagi ed inquinamento ulteriore.
Anche i bambini sanno che, laddove passano mezzi pubblici su gomma, è da evitare una sola corsia per senso di marcia. E’ un concetto basilare della circolazione stradale, cosi come è essenziale in una città che i mezzi di soccorso abbiano sempre uno spazio per farsi largo nel traffico. Probabilmente qualche tecnico lo avrà anche fatto notare.
Però l’esperienza e il buon senso non bastano perché a Milano prevalgono la politica e l’ideologia
Nella visione della mobilità di Sala e degli Assessori gli intoppi e i disagi per la mobilità automobilistica sono uno strumento per convincere tutti a non usare le quattro ruote. Quindi il fatto che simili interventi rendano la circolazione meno fluida, loro non lo considerano un problema né tantomeno intendono ovviare a questi problemi. Se ci fate caso, non si è mai vista una pattuglia della polizia locale intervenire per fluidificare il traffico quando si verificano intoppi o congestioni.
Prevale la volontà di rieducare i milanesi. E l’ossessione di obbligare tutti a dismettere l’auto, non si ferma e non considera le esigenze di lavoro, di salute, di età, di distanza , di logistica, di clima che obbligano tante persone a dover usare l’auto anziché il monopattino o la bici.
Quando si governa una città sarebbe meglio migliorare e agevolare ogni tipo di spostamento: da quelli coi mezzi pubblici, a quelli con le bici, a quelli con le auto e le moto.
Fabrizio De Pasquale ha 58 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che questa dinamica città produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi cittadini.
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Source: Fabrizio c’è